sabato 27 aprile 2013

Cosa resta dopo una mareggiata?


Seguendo uno spunto datoci dal prof. Marchis ho pensato all'opera pittorica che potrebbe rappresentare il mio blog. Più che ad un quadro specifico ho pensato ad uno degli artisti del secolo scorso che meglio si colloca nell'ambito della comunicazione di massa e della Pop Art, Andy Warhol.
A differenza del contemporaneo Roy Lichtenstein, che analizza, studia e ripropone le strutture dei principali  mezzi di comunicazione di massa, primi fra tutti i comics, Warhol, ha scritto G.C. Argan*: 
"[...]preleva bensì l'immagine dai circuiti dell'informazione di massa[...], ma la presenta logora, sfatta, consumata. [...]La notizia è stata, per un'ora, un mito di massa: come tutti i miti, trapassa nell'inconscio senza essere passata per la coscienza". 

I processi di ricezione avvengono dunque in modo inconscio, e sono rare le volte in cui una notizia della cronaca si imprime nella nostra mente, a meno che questa venga ripetuta per diversi giorni ( si pensi alla lentezza giudiziaria italiana e ai numerosi casi di omicidio ancora aperti) o sia particolarmente cruenta e drammatica. Probabilmente se qualcuno ci sventolasse sotto il naso una notizia vecchia di un paio di anni spacciando a per nuova ci metteremmo un po' prima di comprendere l'inganno .Questo può essere giustificato dalla bassa capienza della nostra memoria, che non è paragonabile a quella degli antichi o a quella digitale, ma anche dal fatto che spesso le notizie e la maniera con cui esse vengono riportate (lo stile dell'articolo, il tono della voce, etc) sono simili,  e in quanto tali non lasciano nulla se non emozioni  ormai facilmente prevedibili.
Warhol spiega bene il fenomeno della obsolescenza, ossia del trapasso nell'inconscio dell'informazione. Le sue immagini sono residui di fatti ormai consumati. Osserviamo la sua Marylin Monroe (1967, collezione privata). Che cos'è questa produzione se non la stessa fotografia in serie di una diva che con la sua scomparsa, avvenuta in circostanze poco chiare, fa notizia** ? Prestiamo la dovuta attenzione ad un particolare: oggi, circa 50 anni dopo la realizzazione delle serigrafie, Marylin Monroe è un'icona del suo tempo, ma nel periodo in cui visse era considerata unicamente una celebrità. Qui sta la differenza sostanziale fra cronaca e Storia che si desume dall'opera di Warhol: la prima è una quantità enorme di informazioni che ci bombardano quotidianamente sfruttando sapientemente tutti i mezzi tecnologici messi a sua disposizione, senza garantirci una analisi approfondita della cause scatenanti di un evento, la seconda è la sublimazione della cronaca: uno stesso fatto viene analizzato in modo molto più profondo perché arricchito dalla riflessioni degli storici, che riflettono e scavano, collegando gli eventi e trovando le cause. In una parola, è il nostro giudizio ad isolare un fatto dalla moltitudine, siamo noi a scegliere, ovviamente sulla base di considerazioni oggettive, una causa piuttosto che un'altra, o ad eleggere Marylin piuttosto che Greta Garbo come icona della sua epoca stampando la loro fotografia sulle nostre t-shirt. E' proprio in virtù di questa scelta individualizzante, dunque, che un domani sarà possibile affrontare la vastità delle fonti a disposizione dei posteri senza che questi si perdano in divagazioni inutili o fuorvianti.
* Giulio Carlo Argan, 'L'arte moderna, il Novecento', ed. Sansoni per la Scuola.
** Warhol stesso ha ammesso di aver cominciato a lavorare sulle prime Marylin nell'agosto 1962, poche settimane dopo la scomparsa della attrice, avvenuta il 5 dello stesso mese.

sabato 20 aprile 2013

Osservare l'osservatore


L'immagine, tratta da 'V per Vendetta*', uno dei più celebri graphic novel di sempre, scritto da Alan Moore e disegnato da David Lloyd, ha un significato emblematico: anche chi spia le vite degli altri viene a sua volta spiato, diventando vittima di un ingranaggio tecnologico inquietante.

Questa splendida splash-page potrebbe essere la sintesi del tema del blog. Immaginate per un istante che l'individuo inquadrato non sia il Leader che guida il Regno Unito nel distopico futuro descritto nel fumetto, ma un semplice sorvegliante, un uomo che sorveglia un determinato luogo al fine di garantirne la sicurezza, e troverete l'altra faccia della medaglia, l'utilizzo della Tecnologia per un fine che non riguarda la coercizione o il controllo della vita privata ma la libertà di stare in un luogo pubblico senza timore che ci accada qualcosa.



lunedì 15 aprile 2013

Prospettive

Mentre leggevo alcuni blog (di cui potete trovare i link QUI) realizzati dai miei compagni di Storia della Tecnologia mi sono imbattuto in 'Technology and Freedom' di Alex Saja. Questo blog, che vi invito a visitare, tratta un tema molto vicino al mio, il rapporto fra Tecnologia e Libertà.

Non a caso il romanzo di supporto scelto dal mio compagno è 'Fahrenheit 451' (che ho citato nel mio ultimo post), scritto da Ray Bradbury nel 1951, due anni dopo la pubblicazione di '1984', e che condivide con quest'ultimo il genere della Distopia. Entrambi i libri infatti descrivono un mondo dove la libertà degli individui comuni è stata oppressa in favore di uno stretto controllo che si fonda sull'uso della tecnologia.

Le premesse dei due blog sono dunque molto simili, anzi, ad alcuni di voi potranno sembrare addirittura coincidenti. Eppure sono sicuro che essi, pur viaggiando su un binario parallelo e pur destinati ad incontrarsi, prenderanno per lo più strade differenti, dal momento che ogni persona, a dispetto di ciò che si evince dai due testi citati, è unica e irripetibile.
Vi consiglio dunque di seguire in parallelo entrambi i 'diari di bordo', così che possiate conoscere più punti di vista su uno stesso argomento. Del resto, la Storia, o più in generale una ricerca, non deve limitarsi ad una sola fonte quando a sua disposizione ve ne sono molteplici!

mercoledì 10 aprile 2013

Cosa significa comunicare?

Comunicare non vuole dire solo sfruttare i mezzi che la Tecnologia mette a nostra disposizione per ricevere e trasmettere informazioni. Comunicare significa anche collegare un passato lontano ad un futuro imprecisato. In fondo che cosa sono la Filosofia, la Letteratura, l'Arte, la Musica, la Scienza se non un ponte che procede da chi è venuto prima fino a noi, che sostenuti da questo continuiamo a farlo tendere ai posteri? Nella lezione odierna di Storia della Tecnologia si è parlato del ruolo dei Monasteri e dai monaci amanuensi. Perché costoro scrivevano tutti i giorni finché la luce glielo permetteva, affaticando la vista e le mani? Perchè avevano qualcosa di importantissimo da preservare, ovvero secoli di cultura.
Il monumento al rogo nazista dei libri
di piazza Bebelplatz a Berlino.



E se un giorno tutto il loro lavoro e i libri editi nei secoli scomparissero, bruciati come in 'Fahrenheit 451' o in '1984', cosa accadrebbe? Proseguendo nella lettura del testo ciò appare in tutta la sua evidenza: proprio come la continua riscrittura della Storia, la distruzione dei libri provoca smarrimento, angoscia, rendendo la vita moderna una 'apatia incolore'. L'assenza dei libri non solo è assenza di passato con cui confrontarsi, motivo che tormenta Winston, ma anche di personaggi e situazioni che benchè fittizie rappresentano una valvola di sfogo, un intrattenimento, un insegnamento.
Per questo motivo abbiamo il dovere di vigilare e farci portatori degli ideali che animavano gli amanuensi, e difenderci ogniqualvolta qualcuno provi a distruggere il sapere, perchè, come ebbe a dire Heinrich Heine, 'là dove si bruciano i libri si finisce anche per bruciare gli uomini'.